Dal foglio informativo “Insieme” della Comunità Pastorale S. Teresa Benedetta della Croce, riprendiamo alcuni stralci di una lettera di Fratel Fabio Mussi, missionario lissonese in Camerun.
“La settimana santa di “passione” è cominciata anche da noi … Forse saprete che 10 giorni fa sono stati rapiti due missionari fidei dunum di Vicenza e una suora canadese, che lavoravano a Cere, nella Diocesi di Maroua, a circa 20 Km dalla città. Noi siamo a circa 150 Km, ma per questa situazione è come se fosse il villaggio accanto. Questo fatto ha messo in subbuglio tutta la regione dell’estremo Nord, mettendo tutti gli stranieri “bianchi” in pericolo di sequestro da parte di questa setta estremista islamica Boko Haram. Infatti è il secondo episodio in quattro mesi. Tutti i missionari della Diocesi di Maroua, che abitavano nei villaggi periferici, sono stati costretti dalle autorità amministrative del Camerun, ad alloggiare nella città di Maroua per ragioni di sicurezza. Noi di Yagoua siamo ancora fortunati perchè dobbiamo solo prendere la scorta armata per gli spostamenti fuori dal comune di residenza. La cosa non mi stupisce, dato che è da mesi che la prendevo per recarmi nelle vicinanze di Kousseri e del lago Ciad.
Tutte le cerimonie religiose sono controllate dalle forze dell’ordine per assicurare una certa sicurezza. Infatti, nella vicina Nigeria, durante queste cerimonie ci sono stati assalti armati per far paura ai Cristiani. L’impressione è che stiamo entrando in una situazione di guerra “non dichiarata” che è ancora più insidiosa delle guerre aperte, dove sai da dove potrebbero sparare. Al momento è ancora una situazione vivibile, ma, se succedesse qualche piccola complicazione, ci saranno misure restrittive più limitanti.
Comunque noi sappiamo che dopo la “passione” arriva la “resurrezione” e quindi abbiamo fiducia in un miglioramento della situazione. Da parte mia vi auguro un sereno periodo pasquale. Fratel Fabio Mussi”