In questi giorni non possiamo non pensare a tutto quel che sta succedendo nella vita della Chiesa. Il papa ha deciso di lasciare e ritirarsi. Molti mi hanno chiesto cosa ne penso, e io a mia volta ho chiesto cosa ne pensa colui o colei che me lo chiede. Vedo per adesso un uomo, prima di tutto un uomo, Joseph Ratzinger, che sente il peso degli anni e del fisico che gli rendono ogni cosa più difficile e dolorosa.
Nel deserto della vita ci sono situazioni nelle quali non possiamo fare a meno di verificare i nostri limiti fisici umani. Mi sento davvero di ammirare profondamente questo uomo che riconosce quello che è, senza far finta o nascondere le proprie difficoltà. Lo stesso fece anche il suo predecessore, il papa Giovanni Paolo secondo, che abbiamo visto davvero limitato nel proprio corpo.
Penso che papa Benedetto con la sua storica decisione di lasciare l’incarico, ha superato anche la seconda tentazione raccontata da Luca. Per anni Ratzinger è stato rivestito di un potere non piccolo nel mondo cristiano, e più di una volta lo abbiamo visto vestito e rivestito dei simboli di questo potere che affonda nei secoli la propria tradizione. Il fatto che per il bene più grande della Chiesa, che in questi tempi difficili ha bisogno di una guida forte e sicura, lui lascia il potere con i suoi simboli, mi ha davvero colpito e trovo che incarni la pagina del vangelo di Luca. Nel suo discorso in Sala Nervi, il giorno dopo l’annuncio Dell’abbandono del ministero papale, Ratzinger ha detto una cosa fondamentale, cioè che “Gesù non farà mancare alla sua Chiesa la sua cura e la sua guida”. E’ Gesù che guida la sua Chiesa. E’ Lui il vero pastore che dura in eterno. Tutti gli altri sono sempre precari e vengono dopo. Benedetto XVI ha dimostrato che solo Dio ha il primato dell’eternità, e solo a Lui bisogna rendere gloria per sempre.
In un epoca come la nostra nella quale molti cedono facilmente alla tentazione di raggiungere ad ogni costo il potere e a non mollarlo mai (anche a costo di ingannare e fare violenza), Benedetto ha avuto la forza di scendere e lasciare il posto ad altri.
Ritornando allora ancora alla memoria di quelle poche ma intense ore di cammino nel deserto di Giuda, sento che anche in questi giorni nel quali inizio il mio cammino quaresimale, sono chiamato a non aver paura delle tentazioni e delle fatiche. Anche io come Gesù sono da un lato inevitabilmente tentato più volte in molti modi di lasciare il cammino e di non fidarmi più di Dio, ma sono anche continuamente sorretto dallo Spirito. E proprio ora che papa Benedetto rinuncia, lo sento come esempio e testimonianza di fede: Cristo, mio Signore, non mi farà mai mancare la sua guida e la sua cura….
Anche questa consapevolezza mi accompagna e mi ispira nei primi passi dentro i 40 giorni quaresimali.