L’altra sera in Consiglio Comunale è stato approvato, tra mille polemiche, il regolamento per creare e assegnare gli orti urbani.
Le polemiche sono nate su un regolamento non precisissimo e che anche a detta della maggioranza è “perfettibile”. Una cosa che certamente dovrà essere perfezionata sta al punto 4 dello stesso regolamento dove si vieta la coltivazione di prodotti geneticamente modificati (OGM).
Recentemente (15 marzo scorso), il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha rilasciato un’ intervista al Corriere della Sera che, a proposito di un convegno tenutosi a Bruxelles sugli OGM (organismi geneticamente modificati), cita prodotti tipici italiani come il risultato di esperimenti di ingegneria genetica: secondo Clini, il pomodoro San Marzano, il riso Carnaroli, la cipolla rossa di Tropea e altri ancora, sarebbero nati grazie ad interventi di mutagenesi sui semi.
Ebbene, chi andrà a controllare se gli assegnatari non coltiveranno questi prodotti? Chi insegnerà a loro a distinguere un San Marzano da altri tipi di pomodori? E chi, finalmente, spiegherà a coloro che ancora non lo sanno che OGM non vuol dire prodotti che fanno male?