A noi piace ricordare questo anniversario con le frasi di presentazione della Festa della Liberazione che questa Amministrazione aveva scritto nel 2015:
“Abbiamo ricostruito la storia di quei lunghi 20 mesi: li ricordiamo tutti. Si ripresentano a noi, grazie alla ricostruzione dell’ANPI di Lissone, con dignità, fierezza, con sguardo e parole limpide e sicure.
- 8 giovani fucilati dai nazifascisti
- 7 deceduti in campi di concentramento
- 250 morti nella ritirata di Russia
- 670 prigionieri
- 1 ebrea deportata ad Aushwitz
E’ da qui che parte il nostro essere popolo e nazione. Il nostro essere liberi. Il nostro costruire quotidianamente una democrazia.
Ricostruire la storia in tutte le sue parti ha lo scopo di dare verità e giustizia ad ogni episodio e persona.
Il 25 aprile 1945 il CLN Alta Italia assume poteri civili e militari e si preoccupò di amministrare la giustizia. Fissare norme precise affinché la punizione dei delitti fascisti fosse sottratta all’indignazione popolare e avvenisse con una sanzione di legalità.
Il CLN di Lissone e il sindaco Angelo Arosio invitarono i cittadini a “mettere al bando gli individuali risentimenti”
Ma i partigiani caduti, i civili uccisi per rappresaglia, i deportati nei lager, gli internati nei campi di concentramento, i morti al fronte, i bombardamenti, la fame, e prima ancora dell’entrata in guerra, durante il ventennio fascista, le percosse con i manganelli, le purghe con l’olio di ricino furono all’origine di azioni di vendetta. Anche a Lissone ci furono episodi di giustizia sommaria.
Furono uccise 7 persone.
Questo è parte della nostra storia e la storia va raccontata tutta.
Sono un “limite” del 25 aprile 1945, della difficoltà che anche a Lissone fu presente di rispettare le indicazioni del CLN che chiedevano di non procedere autonomamente spinti da spirito di vendetta ad una giustizia sommaria”