Su FB sono apparsi dei commenti ad un articolo del Listone che asseriva che una tra le cause di inquinamento dell’aria è che a Lissone sono “in funzione ancora molte stufe a legna nelle botteghe artigianali”.
Un primo commento significativo: “informate l’anonimo scrivente del Listone che molto probabilmente ci sono più forni a legna nelle tante pizzerie lissonesi ( che vengono accesi tutti i giorni tutto l’anno ) che stufe a legna nelle botteghe dei nostri artigiani . Informatelo anche che in Lissone probabilmente ci sono più stufe a Pellet ( che possono godere ancora dei vantaggi fiscali legati al risparmio energetico !! ) che forni a legna per pizza e stufe delle botteghe messi insieme”.
Un altro: “Vorrei saper chi ha i numeri delle botteghe artigiane con la stufa a legno per riscaldare il laboratorio. …. . Nel mio comprensorio un tempo vi erano almeno 20 laboratori artigiani. Ora ne conta solo 2: uno del sottoscritto come unico operatore ed un altro con n° 2 operatori. Siamo tutti già pensionati ma abbiamo ancora diverse commissioni da realizzare per cui lavoriamo ma non ” sporchiamo l’aria” perché non abbiamo stufe a legno per riscaldare”.
Un altro ancora: “L’accanimento nei confronti delle attività produttive, vedi ( artigiani e commercianti e industrie ) da parte di questa amministrazione ha ormai raggiunto un limite che non è più sopportabile …. ne va del nostro lavoro e della nostra sopravvivenza”
La nostra conclusione è che abbiamo troppi burocrati che “pontificano” non conoscendo la realtà del mondo del lavoro che poi sono gli stessi che quando gli chiedi di fare riunioni via Skype e quindi non usare l’auto (che emette CO2) per andare nei luoghi di riunione, trovano mille difficoltà.