Meglio Paolotti che cattocomunisti

Lissone in Movimento | Senza categoria | Nov 2, 2012| Commenti disabilitati su Meglio Paolotti che cattocomunisti

Il tema dell’obiezione di coscienza riveste pesantemente il mondo cattolico e se ad esempio non ci sono dati statistici sull’obiezione di coscienza di Sindaci e Amministratori sulla celebrazione dei matrimoni civili (in quanto i politici a volte si scambiano i ruoli senza rendere pubblica l’obiezione ovviamente per fini di consenso politico) per quanto riguarda un altro settore del mondo cattolico, i medici obiettori alla pratica dell’aborto, il Corriere del 12 Ottobre ha pubblicato alcune interessanti statistiche che confermano l’aumento dei medici obiettori: per i ginecologi, si è passati da un 58,7% del 2005 ad un 69,3% nel 2010, mentre per gli anestesisti la percentuale si è spostata dal 45,7% al 50,8%. Un altro interessante dato riportato dal “Corriere”, è la diminuzione del numero di aborti; tra il 2010 e il 2011, le interruzioni di gravidanza sono scese del 5,6%.

Evidentemente qualcuno ritiene che il definire “paolotti” sia un’offesa per chi difende l’obiezione di coscienza per tutti i temi che la Chiesa (non i praticanti) considera materia di fede, rispondiamo che è meglio prendersi la definizione un po retrò ma sempre sinonimo di chiarezza di orientamento, che quanti magari sono praticanti ma per ragioni di opportunismo politico appoggiano le tesi contrarie ai principi di fede della Chiesa.

Se poi chi ci da dei “paolotti” è un ex seminarista e giornalista di un giornale cattolico, beh, ci scorre addosso come acqua fresca.

PS da Wikipedia: Il termine cattocomunismo definisce, nel panorama filosofico e politico italiano, l’insieme di quei pensatori, religiosi e politici che, pur essendo di dichiarata fede cattolica, optano per una scelta politica e programmatica vicina alle posizioni comuniste accettando, senza tuttavia aderirvi completamente, gran parte del pensiero marxista. Largamente diffuso nella pubblicistica politica a partire dagli anni settanta (e con un significato prevalentemente spregiativo per i detrattori) è servito a indicare il processo di avvicinamento tra Partito Comunista (PCI) e Democrazia Cristiana (DC) nell’ambito della strategia berlingueriana e morotea del compromesso storico. Oggi il termine cattocomunista è ancora utilizzato per definire gli esponenti della sinistra DC (alcuni dei quali vicino al pensiero dossettiano e delle esperienze di Don Milani), confluiti prevalentemente prima in Democrazia è Libertà – La Margherita e poi nel Partito Democratico.

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